Ricordi di Campagna

LA MIETITURA

Tutto cominciava in Ottobre, intorno alla fiera di S. Luca "Per San Löcô chi ga miô'nsulnàt starlöcô" , quando sul terreno preparato in estate , si entrava con la seminatrice trainata dal cavallo , la maggior parte delle volte il terreno era bagnato e di cavalli bisognava attaccarne due ( noi eravamo fortunati , avevamo una cavalla ungherese di 8 q.li e la seminatrice è sempre riuscita a trainarla da sola).
Si seminavano dai quaranta ai cinquanta kg. per biolca di frumento .Le varietà non erano molte, c'erano il Mara , un frumento a taglia bassa per terreni marginali , il Galini , un buon frumento produttivo ed il San Pastore , di taglia molto alta , che veniva seminato per avere una buona produzione di paglia .
Dagli inizi di gennaio si entrava con la cassetta del concime sul braccio sinistro ed a spaglio si distribuiva dai cinque a dieci kg per biolca di nitrato ammonico , operazione ripetuta tre o quattro volte a seconda delle necessità ( i nostri nonni erano molto rispettosi dell'ambiente, senza tante montature politiche).
Arrivati in febbraio prima dell'accestimento (primô ch'el zümelàes) si entrava con la sarchiatrice sempre trainata dal cavallo (chi non l'aveva usava il somaro ) e si finiva l'opera con la zappa.
Arrivati nel mese di Marzo si osservavano le condizioni atmosferiche e si traevano previsioni per la produzione a secondo della ventosità o piovosità di questo mese ;"Mars spulverènt pocô paiô e tant furmènt "(Chi era bravo e fortunato poteva raggiungere i quindici q.li per biolca).
Nel mese di Maggio si era molto più apprensivi , c'erano due pericoli gravi: uno era la tempesta, si scrutava il cielo all'indizio della minima nuvola e come cominciava a tuonare la donna più anziana della casa correva a mettere la molla e paletta del focolare incrociati sull'aia per scongiurare la grandine, l'altro pericolo era il carbonchio (la nebbiô) , malattia crittogama che si sviluppava quando dopo forti piogge al mattino la temperatura si alzava di colpo fornendo a questo microfungo le condizioni ideali per svilupparsi .
Arrivati alla prima o seconda settimana di Giugno si mieteva : prima si facevano le strade attorno al campo , cioè si mieteva a mano una striscia per permettere alla mietilegatrice che aveva la barra laterale di mietere senza calpestare il grano.
La mietilegatrice era trainata da trattori perché richiedeva molta più forza rispetto ad una seminatrice o sarchiatrice , per la maggior parte erano"Landini" a testa calda (diesel monocilindrici a due tempi), ma c'erano anche delle "Robuste" ungheresi ed altri trattori quattro cilindri a petrolio, americani, inglesi ed italiani.
La mietilegatrice di solito era una "McCornick"(Fu il suo inventore alla metà del diciannovesimo secolo per mietere le immense praterie americane strappate ai nativi americani).
Finita l'operazione della mietitura ( non sempre senza intoppi, quando si guastava il legatore si perdevano delle mezze giornate per ripararlo) , si formavano le biche (se'ncapàô) che a secondo di tradizioni ed usi venivano fatte con un numero di covoni ed orientazione diversi .
Finita l'asciugatura della paglia in campo si caricavano i covoni (le cöe) su carri attrezzati con rialzi laterali (sbarì) per evitare che questi fasci di spighe scivolassero uno sull'altro (cosa che succedeva lo stesso se si correva troppo).
Giunti in corte si ammassavano i covoni sotto il portico per attendere il proprio turno di trebbiatura (el bater) in Luglio.
La trebbiatura era la fase più impegnativa e che richiedeva più manodopera , per cui gli agricoltori si aiutavano l'un l'altro a turno. Le operazioni iniziavano la sera prima con la posa in loco della trebbiatrice , della pressa (che con il suo maglio ; "macaco", sembrava un mostro preistorico, a noi bambini raccontavano delle storie paurose di discoli finiti maciullati perché la sera prima si erano addormentati dentro giocando) e della trattrice con la cinghia che comandava tutto il treno di macchine.
Al mattino si alzavano tutti molto presto , prima dell'alba , gli uomini a governare il bestiame, le donne a preparare la colazione ed il pranzo , appena sorto il sole la squadra era gia all'opera.
Sul mucchio accatastato sotto il portico c'erano tre o quattro persone che caricavano l'elevatore che portava i covoni nella trebbia ( per noi bambini era una festa , correvamo con dei cagnolini appositamente addestrati a catturare i topi che uscivano da tutte le parti) , alle bocche dove usciva il grano c'erano degli uomini che chiudevano i sacchi pieni di frumento e li portavano in granaio ( chi aveva il terreno in conduzione a mezzadria "el masér" aveva anche il padrone che vestito di bianco controllava il grano di sua pertinenza , e se lo faceva mettere da una parte).
Dai crivelli della trebbia uscivano la paglia "paiô" e la pula "bölô", la paglia finiva nella pressa dove due uomini , uno per parte legavano col fil di ferro delle balle che pesavano fino a novanta kg, che appena uscite erano prontamente afferrate con degli uncini e trasportate a spalle sul pagliaio dagli uomini più giovani e robusti .
Così finiva il ciclo del grano , che richiedeva tanta fatica , ma che dava tante soddisfazioni, ( con un kg di frumento si comperava un kg di pane , ora di kg ce ne vogliono 20!) , i soldi guadagnati con la vendita del grano servivano per gli investimenti e la capitalizzazione dell'azienda agricola .
Al giorno d'oggi si semina ancora il grano , ma pur avendo raddoppiato la produzione per superficie ( con alcuni grani da biscotto e facile raggiungere i trenta q.li per biolca), si semina svogliatamente , affidando le operazioni che richiedono complessivamente poche ore per biolca , a ditte di contoterzismo che togliendo tutta la fatica dei tempi passati hanno anche eliminato la socialità tra gli agricoltori togliendo quei giorni di intensa fatica , ma anche di forte vita sociale (pensiamo alla ventina di persone che facendo colazione e pranzo assieme scambiavano opinioni , esperienze ed intessevano intensi rapporti sociali ).
Certo il tempo e l'evoluzione della società non si può fermare , così come il progresso tecnico, ma dobbiamo tenere memoria storica di una società , quella agricola che da sempre è stata pilastro di tutte le grandi civiltà ( Senza un agricoltura florida non sarebbe stato possibile costruire i grandi templi della Mesopotamia , le piramidi d'Egitto , i templi precolombiani del centro e sud America).
Dobbiamo tenere saldi i valori che gli agricoltori hanno sempre custodito e portato avanti, in sordina, senza tanta platealità , ma con l'esempio ed i risultati di persone equilibrate , dotate di buon senso, con i figli ben educati , lavoratori , abituati al sacrificio ed alla voglia di imparare per migliorare la propria posizione economica e culturale e con i problemi sociali che ci sono nelle periferie cittadine al giorno d'oggi sappiamo quanto questo sia importante.

Treccani M. Rinaldo